CARNEVALE 2020
I caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origine in festività molto antiche, come
per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani durante i quali si realizzava un
temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al
rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e, se vogliamo, anche alla dissolutezza. Il caos
sostituiva l'ordine costituito che però, una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva
nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del Carnevale successivo.]
In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infernale). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere e diventa possibile la comunicazione tra i vivi e i morti. Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti con un rituale di carattere purificatorio che comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale] il quale spesso comporta il bruciamento del "Re Carnevale" rappresentato da un fantoccio.
In gran parte d'Italia l'inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente fissato il giorno successivo all'Epifania. Finisce il martedì precedente il mercoledì delle ceneri che segna l'inizio della quaresima. Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì successivo, ultimo giorno di Carnevale e cioè il Martedì Grasso.
In Salento sono numerosi i paesi che si dedicano con entusiasmo a questi festeggiamenti che di solito iniziano dopo il 17 di gennaio, giorno della “Focara di Sant’Antonio” e l’elemento purificatore atto a ripristinare l’ordine del Cosmo è il rito della “morte dellu Paulinu” che si svolge soprattutto nella Grecìa Salentina. A Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e a Zollino si può assistere al corteo funebre che viene inscenato per le strade con la moglie Quaremma, disperata per la morte del marito. Dopo il banchetto consolatorio viene acceso un grande falò in cui viene bruciato Paulinu, un pupazzo di stoffa e cartapesta.
Sulle tavole non mancano, eredità delle nostre nonne, “la fucazza de Carnuale” e le Chiacchere e per prepararle possono essere utili le ricette che si trovano su www.terrarussa.it. Noi le riportiamo per voi:
Fucazza de Carnuale
Ingredienti
½ kg di pasta per pizza
1 cipolla piccola
2 pomodori pelati
4 cucchiai di pecorino grattugiato
400 g di polpa di maiale
300 g di mozzarella
Sale
Pepe
Olio di oliva
Preparazione:
Preparate il ripieno della fucazza facendo dorare una cipolla piccola tritata in olio. Aggiungete la polpa di maiale tagliata a pezzetti. Fate cuocere per una decina di minuti, poi aggiungete i pomodori a fettine e la mozzarella a dadini. Salate e pepate e spolverate con il pecorino grattugiato. Fate cuocere per 5 minuti. Mentre il ripieno si raffredda un poco, preparate la pasta aggiungendone 4 cucchiai di olio. Amalgamate e dividete la pasta in due parti. Stendetene una parte e adagiatela in una teglia da forno unta con un poco di olio. Farcitela con il ripieno, poi preparate l’altro disco per ricoprire la fucazza e adagiatelo sulla teglia, facendo ben aderire i due dischi di pasta pizzicandola con una forchetta. Lasciate lievitare per un’ora, poi infornate a 180°C per un’ora.
Chiacchiere
Ingredienti
4 uova intere
500g farina 00
un pizzico di sale
mezzo bicchiere di olio d’oliva salentino
zucchero a velo profumato alla vaniglia
3 cucchiai di zucchero semolato
olio di semi per la frittura
Preparazione
Prima di tutto procedete alla preparazione dello zucchero vanigliato mettendo lo zucchero a velo in un barattolo di vetro aggiungendo una stecca di vaniglia tagliata per il lungo. Conservatelo così per un paio di giorni.
Mettete la farina sulla spianatoia di legno e disponetela a fontana, rompete le uova al centro, unite lo zucchero semolato e l’olio. Impastate il tutto con le mani finché non otterrete un impasto sodo e liscio.
Stendete la pasta con un matterello (o con la macchinetta a rulli) finché la sfoglia sia molto sottile, poi con una rotella dentellata ritagliate delle strisce di circa 3 centimetri di larghezza e fate dei rettangolini o dei nodini. Friggete la pasta in olio di semi di arachidi bollente, poi scolatele e fatele asciugare su carta assorbente da cucina. Infine spolveratele con lo zucchero a velo.
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